TORINO, 16 MAR – I lavoratori della Cerutti, storica azienda di Casale Monferrato che produce macchine a stampa, da giovedì 18 marzo non avranno più la cassa integrazione. “Eppure non è un’azienda zombie, ha un prodotto finito da consegnare e ha ordini.
Ha anche un potenziale acquirente. I ministri Orlando e Giorgetti continuano a tacere, ma ci sono pochi giorni per salvarla”, afferma Giorgio Airaudo, segretario generale della Fiom Piemonte.
“I curatori non vogliono chiedere la cassa Covid, a cui l’azienda avrebbe diritto. E’ paradossale perché la Cerutti ha un futuro. Regione e governo devono premere sui curatori. Il rischio è che si salvino l’azienda e il marchio, che potrebbero essere rilevati, ma non i lavoratori che dal 18 rischiano di restare senza reddito o di essere licenziati. Avremmo bisogno, mentre si cerca di capire quali aziende siano zombie, che non siano i ministri a fare gli zombie. Si deve trovare qualcuno che consenta ai lavoratori di non restare nella terra di mezzo e di arrivare dall’altra sponda. Bisogna evitare che l’azienda si salvi, ma il lavoro venga cancellato. E’ una cosa che grida vendetta”.
“La Cerutti ha una qualità e un marchio riconosciuti a livello internazionale, la macchina che deve consegnare andrà in Messico. Abbiamo chiesto un tavolo sia al Mise sia al ministero del Lavoro perché siano mantenuti gli ammortizzatori finché non subentrerà la nuova proprietà, ma non abbiamo avuto risposta. Il 24 incontreremo il giudice del Tribunale di Vercelli, ma intanto la cassa sarà già scaduta”, dice Anna Poggio, segretaria della Fiom di Alessandria.
L’asta è aperta e c’è tempo fino al 3 maggio per le proposte di eventuali interessati. I lavoratori sono in tutto circa 300 e presidiano da un mese l’azienda. (ANSA).