“I dati diffusi da Fca sull’andamento del mercato confermano che il 2019 è l’anno nero per le lavoratrici e i lavoratori del gruppo, perchè in assenza del lancio di nuovi modelli, la cassa integrazione si diffonde a macchia d’olio. Oltre a tutti gli stabilimenti produttivi si estendono gli ammortizzatori sociali negli enti centrali di Mirafiori, all’ente Purchasing e al centro ricerche Fca di Orbassano. Il continuo utilizzo degli ammortizzatori sociali impatterà negativamente sui salari dei lavoratori, nonostante gli aumenti in “paga base” previsti dall’intesa raggiunta tra l’azienda e i sindacati firmatari. La Fiom nella trattativa aveva chiesto l’adeguamento della “paga base” al contratto dei metalmeccanici e l’aumento dei due premi.
Invece, per i lavoratori del gruppo continuerà ad esserci una differenza in negativo con gli altri metalmeccanici a cui si applica il contratto nazionale e la contrattazione di secondo livello. Infatti il rinnovato contratto Fca, Cnhi e Ferrari cancella il premio quadriennale che aveva quota fissa di 308 euro annuali e un conguaglio variabile (alla fine dei quattro anni).
La Fiom aveva posto come primo tema la piena occupazione, non solo per togliere dall’incertezza i lavoratori, ma anche per l’impatto negativo che gli ammortizzatori sociali hanno sulla retribuzione complessiva. Mentre i sindacati firmatari si riuniscono oggi a Roma per illustrare il contratto ai loro delegati, gli 86mila lavoratori, ad oggi, non hanno ricevuto alcuna informazione. I sindacati hanno firmato senza il referendum. La Fiom sta tenendo assemblee in tutti gli stabilimenti Fca, Cnhi e Magneti Marelli per informare e discutere, perchè nonostante la rottura del negoziato, ritiene indispensabile rilanciare la costruzione di un patto per l’innovazione, l’occupazione e i diritti. La Fiom considera non più rinviabile una legge sulla rappresentanza e l’apertura da parte del Governo di un tavolo sull’automotive”.
Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive.
Fiom-Cgil/Ufficio Stampa
Roma, 15 marzo 2019