L’ufficialità è arrivata. L’Inps – che attraverso una convenzione con Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Ispettorato nazionale del Lavoro aveva il compito di raccogliere e ponderare il dato associativo e i voti ottenuti dalle singole organizzazioni nelle elezioni delle Rsu effettuate nell’ultimo triennio – ha certificato che la Fiom rappresenta, nelle aziende che applicano il contratto nazionale Federmeccanica, il 50,95% delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici del nostro paese.
Secondo i dati resi noti la Fiom è primo sindacato in categoria sia per numero di iscritti sia per voti ottenuti nelle elezioni Rsu effettuate nell’ultimo triennio.
Un risultato importante, che arriva alla conclusione della fase sperimentale avviata a seguito degli accordi interconfederali tra Cgil, Cisl, Uil e Confindustria e limitata inizialmente a soli due contratti nazionali, tra cui quello dell’industria metalmeccanica privata.
La certificazione della rappresentanza e della rappresentatività sindacale è una questione centrale per la regolazione e l’attuazione della disciplina in materia lavoristica.
Anche per questo occorre rapidamente arrivare ad una legge sulla rappresentanza che misuri l’effettiva rappresentatività delle organizzazioni sindacali, disciplini le modalità di validazione degli accordi sui Ccnl e impedisca lo scempio dei contratti-pirata che costituiscono un vero e proprio attacco ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.
Per quanto ci riguarda quella di oggi è sicuramente una buona notizia: il contratto nazionale per essere “efficace ed esigibile” deve essere sottoscritto da organizzazioni sindacali che rappresentano almeno il 50%+1 della rappresentanza, e ciò non può avvenire senza il consenso della Fiom e il voto vincolante delle lavoratrici e dei lavoratori metalmeccanici.
Ufficio stampa Fiom-Cgil
Roma, 16 settembre 2022