«Per l’Italia la buona notizia è che Stellantis farà da scudo, da protezione per alcuni stabilimenti, non rappresenta un rischio». A dirlo il 19 gennaio è Carlos Tavares, durante la prima conferenza stampa di Stellantis e nel giorno del suo debutto a Wall Street (dopo i forti acquisti di ieri e di oggi a Piazza Affari, anche sul Nyse il titolo del gruppo nato dal matrimonio fra Fca e Psa apre in forte rialzo, con guadagni di oltre il 12,5%). «Stellantis riporterà più efficienza grazie alle sinergie che renderanno i business plan più sostenibili per alcuni modelli su cui c’erano delle incertezze – ha detto Tavares -. Modelli che finora non erano ritenuti redditizi lo diventeranno, potremo decidere il da farsi».
«Vogliamo che Stellantis sia più grande che grossa»
«Oggi è il primo giorno della nostra nuova storia. È l’inizio di un viaggio entusiasmante». Lo ha detto Carlos Tavares, ad di Stellantis, aprendo la prima conferenza stampa del nuovo gruppo. «Un’azienda ben posizionata per competere nei mercati globali, con 39 veicoli elettrificati disponibili entro la fine del 2021. Un gruppo di dimensioni significative e con posizioni commerciali consolidate in Europa, Nord America e America Latina». Tavares ha poi aggiunto che «la fusione che ha dato vita a Stellantis non è una mossa difensiva» anche perché ora «puntiamo all’eccellenza non ad un aspetto dimensionale, vogliamo che Stellantis sia più grande che grossa». I due gruppi originari, ha ricordato, «avevano già una ampia base, con vendite in 130 mercati, leader in almeno 3 regioni e una grande presenza in ricerca e sviluppo». Ora, Stellantis ha «un margine operativo lordo per 12 miliardi e al 7% con un flusso cassa libero per circa 5 miliardi». Elementi che, ha evidenziato, «sono un ottimo inizio per questa fusione».
Elkann: «Ora possiamo investire in tecnologie d’avanguardia»
In una nota diffusa a seguito dell’avvio delle contrattazioni a Wall Street del titolo del nuovo gruppo, John Elkann, presidente di Stellantis, ha sottolineato come non sia «un caso che Stellantis nasca proprio quando il nostro mondo richiede un nuovo tipo di azienda automobilistica, che si faccia promotrice di soluzioni sostenibili, intelligenti e in grado di offrire libertà di movimento per tutti. La nostra dimensione operativa ci fornisce le risorse per investire in tecnologie all’avanguardia». «Il nostro più grande vantaggio competitivo è rappresentato, sin dal primo giorno, dalla diversità geografica e culturale delle persone che lavorano in Stellantis», ha aggiunto Elkann. «Sono loro che con energia, impegno costante e un know-how inestimabile rendono Stellantis quella che è oggi. E sono loro che giorno dopo giorno costruiranno un’azienda ancora più forte per questa nuova era della mobilità».
Il benvenuto ai dipendenti
Intanto, nella giornata di oggi 19 gennaio i lavoratori di Stellantis stanno ricevendo in queste ore una comunicazione di benvenuto nel nuovo gruppo. A renderlo noto la Fiom Torino. «La comunicazione – ha commentato Edi Lazzi, segretario generale della Fiom torinese – richiama le ragioni di tradizione e orgoglio dei due gruppi che hanno dato vita a Stellantis nonché la dimensione del nuovo gruppo con i suoi 400.000 dipendenti, il suo radicamento commerciale in Europa e nelle Americhe, le sue competenze tecnologiche, la gamma di marchi e modelli, gli investimenti in corso nello sviluppo delle nuove tecnologie per la mobilità. È una realtà nuova a cui i lavoratori torinesi del gruppo e della componentistica guardano con attenzione e la cui positività sarà valutata anche per gli effetti che produrrà sul nostro territorio: nuovi modelli, volumi produttivi capaci di azzerare la cassa integrazione, il rilancio delle produzioni dei siti torinesi e del loro indotto».
Lazzi (Fiom): «Rimangono motivi di preoccupazione»
«Al di là delle rassicurazioni rimangono motivi di preoccupazione per la sovracapacità produttiva di Stellantis in Europa – ha aggiunto Lazzi -, le prevedibili razionalizzazioni, le scelte dei prossimi mesi. Il nostro territorio ha sviluppato nel tempo tutte le competenze tecnologiche e professionali per continuare ad avere un ruolo importante nella produzione e nello sviluppo tecnologico dell’auto a livello mondiale. Noi faremo come sempre la nostra parte e pretenderemo un particolare impegno di tutta la classe dirigente di Torino e del Piemonte».
Corriere della Sera : Economia 19 gennaio 2021