Gli ammortizzatori sociali (tra contratti di solidarietà e cassa) sono agli sgoccioli, per un’azienda che opera unicamente per realizzare sedili per i modelli Maserati di Stellantis
La Lear di Grugliasco come simbolo della sofferenza che il mondo dell’indotto automotive sta vivendo in questi anni. Con una data segnata sul calendario: quella di febbraio 2022, quando scadranno i contratti di solidarietà in deroga concessi dal ministero del Lavoro per i 469 lavoratori che lavorano – come unico committente – per realizzare i sedili che Stellantis installa sulle automobili Maserati.
Terminati i contratti di solidarietà, si potrà attingere a soli altri 10 mesi circa di cassa integrazione.
Ammortizzatori agli sgoccioli e operatività al 50%
Una situazione preoccupante, quella emersa nei giorni scorsi dall’incontro che Fim, Fiom e Uilm hanno avuto presso l’Unione Industriale di Torino. Anche perché ormai da tempo lo stabilimento opera con una riduzione dell’orario di lavoro mai inferiore al 50%, determinato proprio dagli scarsi volumi produttivi del cliente Maserati e anche aggravato dalla contingente crisi dei semiconduttori che sta interessando l’intero settore dell’automotive. Inoltre, si legge in una nota diffusa dalle sigle metalmeccaniche, “non c’è alcun riscontro rispetto ai piani annunciati da Stellantis, tranne l’intenzione dell’azienda di operare un accorpamento delle attuali due linee di produzione in un’unica linea in conseguenza del trasferimento dello stabilimento Maserati di Grugliasco presso il sito di Mirafiori“.
Quali prospettive, senza nuove commesse?
A questo si aggiunge l’incertezza legata all’assenza di “strategie della Lear Corporation in prospettiva futura, di sviluppo di ulteriori prodotti e/o diversificazioni che possano garantire occupazione stabile alla totalità dei dipendenti, salvo la volontà aziendale di voler lavorare per acquisire le potenziali
commesse che Stellantis dovrebbe immettere sul mercato“. Tutto questo “renda la vertenza Lear emblematica della sofferenza dell’indotto automotive nel torinese ed
estremamente complessa per l’impatto sociale ed occupazionale che desta forti preoccupazioni“.
La decisione dello sciopero, con adesione al 90%
Una situazione che ha portato – anche a causa di una serie di problematiche nella gestione della cassa integrazione nelle ultime settimane – alla proclamazione di un’ora di sciopero “per dare alla direzione Aziendale un segnale di maggiore
attenzione“. L’adesione è stata del 90%.
TORINO OGGI – ECONOMIA E LAVORO | 11 novembre 2021,