Come con Whirlpool a Riva di Chieri, anche a Campi 422 persone si sono ritrovate improvvisamente senza posto di lavoro. I sindacati: “Contro i licenziamenti, contro le delocalizzazioni: politiche industriali”
C’erano anche loro, i dipendenti ex Embraco, oggi a Firenze: una presenza per manifestare la loro solidarietà ai 422 dipendenti di Gkn, ritrovatisi con le lettere di licenziamento nella casella di posta elettronica senza alcun preavviso. Mittente? Il fondo finanziario britannico Melrose Industries, proprietario dello stabilimento a partire dal 2018.
Da Riva di Chieri a Firenze, la storia si ripete
Insomma, proprietario straniero che improvvisamente decide di andarsene, lasciando nello sconforto centinaia e centinaia di lavoratori con le loro famiglie. A Campi si producono semiassi per auto. A Riva di Chieri compressori per frigoriferi.
Ma la sensazione di deja vu è fortissima, così come una sofferenza che non passa e una cicatrice che non si rimargina, soprattutto dopo il Consiglio regionale di martedì scorso in cui, dal Mise, hanno detto chiaro e tondo che il progetto Italcomp è morto e sepolto.
E con lui, molte speranze per le quasi 400 persone che lavoravano a Embraco e ora attendono disperatamente un piano B, prima che gli ammortizzatori scadano, poco oltre la metà di gennaio.
Ansia ed attesa per un piano B che non arriva
“Contro i licenziamenti, contro le delocalizzazioni, servono politiche industriali“, dice Ugo Bolognesi, responsabile Fiom Cgil per la vertenza Embraco. Mentre il tempo inesorabile scorre, per gli operai ex Embraco (e non solo).